FICOCLE O DEL MITO

   Oggi descriviamo la città come un tessuto di edifici intersecato da strade e da piazze, ma per gli antichi concepire una città era soprattutto una questione simbolica e mitica. L'ordine dei valori era rovesciato rispetto al nostro: il mito era esaminato razionalmente e nei particolari.

  Le immagini storiche, così come quelle mitiche, si sono intrecciate con quelle etniche e linguistiche nella fondazione di Ficocle, luogo ancora misterioso. Poiché le prime tracce di antropizzazione del territorio cervese risalgono all'antica età del bronzo, alcuni studiosi l'hanno localizzata nella zona denominata Valle ficoclense, fra le saline e il fiume Savio, altri nel Prato della Rosa, altri ancora nel territorio dove si trova attualmente la Pieve di santo Stefano, a Pisignano.

  Sull'origine del toponimo Ficocle si hanno molteplici interpretazioni, che vanno dal latino ficuculus ad indicazione di un luogo campestre, al greco phykos -alga marina- e kléos -celebre-, da cui l'appellativo di luogo <famoso per le alghe>.

  Diversi autori asseriscono che Ficocle fosse il nome del fondatore della città: un arconte, principe degli Ateniesi, oppure un prefetto di Filippo re dei Macedoni o, altra ipotesi, un discendente di Cnozio, re di Padusa; nell'antichità solo un eroe poteva fondare una città e soprattutto un eroe-guerriero, un personaggio mitico.

  Il mito racconta una storia sacra, cioè un avvenimento primordiale che ha avuto luogo all'inizio. E' dunque sempre la storia di una creazione: ci narra come è stata prodotta, come ha cominciato ad essere. D'altronde per questo il mito è solidale con l'ontologia: non parla di ciò che è accaduto realmente: tutto ciò che racconta appartiene alla sfera del sacro. E' difficile, oggi, apprezzare l'enorme importanza che assume la fondazione mitica della città. Ma dopotutto ciò è vero solo in parte: perché oggi a Cervia si celebra, in maniera intensa e profonda, il trecentesimo della fondazione della nuova città.

LA PUBBLICAZIONE DI GABRIELE GARDINI -EDITORE LONGO RAVENNA- zoom immagine

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   La prima testimonianza storica su Ficocle è quella relativa al suo episcopato, poiché risulta che al terzo sinodo, convocato a Roma dal Papa Simmaco, nell'anno 501 fosse presente un vescovo di nome Geronzio, rappresentante la diocesi di Ficocle: <Gerontius episcopus ecclesiae Ficuclensis subscripsi>. Il Lanzoni ha ipotizzato che Geronzio non fosse stato il primo vescovo di Cervia e che la Chiesa ficoclense fosse legata direttamente alla giurisdizione ecclesiastica di Roma, fino al 948, quando divenne suffraganea di Ravenna.

   Dai documenti pubblicati dal Fantuzzi la denominazione di Phicocle è associata al toponimo padule, lacu, ma contemporaneamente compare anche il nome di Cervia, facendo supporre che fossero due luoghi diversi, oppure che Ficocle fosse la denominazione del territorio della comunità di cui Cervia faceva parte.

   Fustel de Coulanges, storiografo francese dell'Ottocento, ci ricorda che cittadinanza e città non erano sinonimi presso gli antichi, ,a la cittadinanza era l'associazione religiosa e politica delle famiglie e la città era il luogo di riunione e soprattutto il santuario dell'associazione. Per fondare una città occorreva che prima fosse costituita la cittadinanza ed era l'opera più difficile.

   Un'ipotesi è che il territorio ficoclense fosse costituito da diversi insediamenti e che uno di questi fosse il porto di Cervia, che si caraterizzò nel Medio Evo per la presenza di <plebs Ficoclensis: il piviere che con ogni probabilità faceva capo alla chiesa maggiore, cioè San Paterniano>.

   Ficocle, forse, fu distrutta e nella stessa località fu fondata Cervia, oppure era in altro luogo e scomparve. Altra possibilità è che Ficocle fosse il nome dato alla città e Cervia il nome del porto, in cui si trasferirono gli abitanti a seguito della distruzione della città vera e propria avvenuta ad opera dell'Esarca Teodoro nel 709. Se Cervia corrispondeva a Ficocle si sottolinea l'incongruenza di chiamare con due toponimi diversi contemporaneamente una stessa città.

   Il nome di Cervia compare nei documenti, per la prima volta, nel IX secolo, al tempo del protostorico Agnello. Dall'esame dei documenti d'archivio alto-medievali sembra di poter affermare che il termine Ficocle indicasse più il territorio e la comunità che una città: osservando ad esempio le indicazioni fornite dai documenti pubblicati dal Fantuzzi: palude, salinae, lacus, comitatus, padule majore, per Ficocle.  Mentre gli aggettivi e le parole: civitas, fossatum civitas, castellanus Cerviae, Portus, ecc., associati a Cervia erano indicativi di città.

   Anche la derivazione del nome Cervia è stata oggetto di diverse ipotesi: dal latino Caereris ara, dagli acervi del sale, dalla parola greca czereia che significa luogo di selvaggina o dalla cerva che compare nello stemma della città ed a cui è legata la leggenda di San Bassiano.

 

Gabriele Gardini

(Dal libro "Cervia immagine e progetto" - Longo Editore Ravenna)

 

Foto di copertina:

VEDUTA PROSPETTICA DI CERVIA NUOVA

Windsor, sec. XVIII, Royal Collection, RL. 10331, Windsor Volume 185, B&H 705.







aggiornata: 19.11.2015


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